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Storia e Territorio
Casalbordino è adagiata sulle colline a ridosso del mare Adriatico a circa 8 Km da esso, incorniciata da una natura splendida e rigogliosa e sullo sfondo la sagoma maestosa della Maiella. Le sue colline sono ricche di coltivazioni di uve pregiate e uliveti centenari, colonna portante dell'economia agricola e orgoglio degli abitanti di questa tranquilla località della costa Abruzzese.
Ruderi dell'Abbazia di Santo Stefano in Rivo Maris
Ai margini di un altopiano situato lungo la costa di Casalbordino sorgono i resti della basilica paleocristiana e del monastero medioevale di Santo Stefano in Rivo Maris. L’area, compresa in epoca romana nel territorio del municipio Histonium (Vasto), era attraversata da una diramazione litoranea della Via Flaminia che da Ancona conduceva a Brindisi il cui esatto tracciato, riportato dagli antichi itinerari, non è ancora noto. Di recente tuttavia scavi effettuati ai piedi della collina hanno portato alla luce, nei pressi della strada romana, i resti di una presunta statio: una sorta di antica stazione di servizio stradale dove sostare, rifocillarsi o cambiare i cavalli. In epoca medioevale il tratto di strada venne ricalcato dal Tratturo L’Aquila-Foggia.
Abbazia di Santo Stefano in Rivo Maris
Sulla sommità della collina, ove sono a tutt’oggi visibili i ruderi del monastero benedettino, venne effettuato negli anni ‘70 uno scavo fortuito che condusse al rinvenimento dei resti di una basilica con cimitero annesso, senza dubbio uno dei monumenti più interessanti per l’antichità cristiana abruzzese e molisana. Doveva trattarsi in origine di una basilica a tre navate divisa da colonnati, lunga più di m. 20 e larga circa m. 12, con ricca pavimentazione musiva policroma. La basilica in questo suo primo impianto può essere datata tra la metà del V ed il VI secolo. Questa cronologia è suggerita dall’analisi stilistica della pavimentazione musiva e dall’iconografia dell’edificio, che ripropone in scala minore e semplificata un tipico esempio di architettura adriatica paleocristiana influenzata dalle grandi basiliche orientali. Il prestigio della basilica, situata in ambito rurale, la presenza del cimitero ad essa annesso e la distanza dalla cattedrale di Histonium, inducono ad ipotizzare che proprio Santo Stefano costituisse il vero centro di culto per i fedeli della zona, che vivevano nelle campagne in piccoli abitati sparsi. Nel 1257, nell’ambito del più generale processo di affermazione del monachesimo cistercense in Abruzzo, il monastero di Santo Stefano venne annesso all’abbazia cistercense di Santa Maria d’Arabona. In quest’epoca l’edificio paleocristiano continuava a svolgere un ruolo di richiamo come cimitero, la cui esistenza è attestata da alcune sepolture comunitarie rinvenute all’interno della navata destra e che hanno restituito oggetti di corredo personale ed alcune fibbiette di cintura databili tra il XII ed il XIV secolo Del monastero si conservano diversi muri con paramenti in ciottoli fluviali , a definire i resti di un imponente insediamento cultuale fortificato articolato in vari ambienti. Accanto al monastero continuava a sopravvivere l’edificio paleocristiano, trasformato, da restauri plurisecolari, in una "chiesa ridotta" costruita all’interno della navata centrale della prima basilica e dotata di una propria abside di piccole dimensioni.